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Perché per avere successo le notizie giornalistiche diffuse dalle teste, dai blog o di brand utilizzano sempre più immagini accattivanti? La risposta non si trova nella semplice lotta dei social network, in cui il più forte, anzi il più piacevolmente visivo, vince, ma in come percepiamo e veniamo a conoscenza di un’informazione. Allora, come comprenderle, crearle e utilizzarle?
Quando si parla di visual journalism il rischio è di essere più concentrati sull’effetto, catturare l’attenzione attraverso delle belle raffigurazioni, anche di tipo grafico, che in merito al substrato culturale da cui deriva questa disciplina. Eppure, si tratta di un cambiamento intellettuale e percettivo ormai in atto che influenza le scelte, i comportamenti e le decisioni di chi osserva. E non solo, se si vanno ad analizzare molte notizie, ormai sono le immagini stesse ad averle create e diffuse.
Comprendere le fondamenta del visual journalism aiuta chi si occupa di giornalismo, fotogiornalismo o comunicazione a far passare un messaggio in modo diretto ed emozionale.
Quanto le immagini cambiano la nostra percezione del mondo
Se il medium cambia, pure il mondo cambia. Può sembrare banale, ma è un principio base di ogni forma comunicativa. Dopo l’avvento del Web sono le immagini a farla da padrone, anche quando si tratta di divulgare o creare una notizia. In questo primo incontro si affrontano le basi del visual journalism, una disciplina in pieno sviluppo, perché sempre più spesso è l’immagine a essere l’origine di quanto si divulga.
Gli immaginari, una fonte inesauribile per la creatività giornalistica
Come si crea una notizia visiva? Il punto di partenza sono gli immaginari. Questi derivano dalla storia delle arti visive come, negli ultimi anni, dalla restituzione della realtà attraverso il filtro della Rete. Padroneggiarli è la prima regola di un bravo visual journalist. In questa lezione se ne indagano i principi teorici e le regole, al fine di incanalarli nella propria comunicazione informativa.
Le tipologie di immagini per il giornalismo e la comunicazione
Esistono diverse tipologie di immagini utili per divulgare una notizia su di un magazine, anche di tipo aziendale, un blog o in un post per i social network. Fra queste le principali, presentate in questa lezione, sono: le immagini statiche, quelle dinamiche, parassita, immaginarie, fake e infine le infografiche. Di tutte queste se ne verificano la forza espressiva e divulgativa, quanto un corretto impiego.
Come individuare a chi mi rivolgo e qual è il suo lessico visivo? L’altro geografico da sé
A chi comunico? Questa è la domanda di partenza dell’incontro. In un mondo in cui anche il giornalismo sta cambiando radicalmente comprendere a chi ci si rivolge diventa fondamentale, ancora di più se la diffusione delle notizie passa attraverso le immagini. Allora, comprendere quale sia il lessico visivo dei nostri lettori, o meglio osservatori, è il nodo da sciogliere per essere compresi e mai fraintesi.
Le immagini possono essere Fake? Uno sguardo sull’etica della notizia
Il visual journalism, come ogni altra forma di divulgazione delle notizie, ha un aspetto etico da affrontare. Questo passa dalla privacy alla corretta restituzione della realtà. Ma le immagini spesso sfuggono a tutto ciò, perché sono sempre la restituzione di un istante. La loro etica deve quindi essere appresa tanto in chiave normativa, quanto attraverso la doppia anima che le contraddistingue, in quanto sono al tempo stesso fake e non fake.
PAOLO SCHIANCHI
Docente di visual communication e interaction design e di creatività e problem solving presso IUSVE, Istituto Universitario salesiano di Venezia e Verona. Dirige i contenuti editoriali del magazine online in cinque lingue Floornature.com. Fra i principali teorici del Visual Marketing, si occupa di saggistica dedicata a cultura visiva, creatività, design e architettura.
Ha pubblicato diversi volumi, tra cui i recenti: Immagini parassita e fashion communication tra etica e creatività (TAB Edizioni, Roma, 2021), Visual Journalist. L’immagine è la notizia (FrancoAngeli, Milano. 2018), Paolo Schianchi non Esiste. Tempo, immagine, identità, verità e parola in rete (Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2017), Webcreativity. Creatività e visual marketing post-web (Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2016), Architecture on the Web, a critical approch to Communication (Libreiauniversitaria, Padova, 2014), L’immagine è un oggetto. Fondamenti di visual marketing con storytelling (Libreriauniversitaria, Padova, 2013).
Tenere questo corso è l’occasione per tradurre le ricerche accademiche e teoriche in elementi pratici, spendibili in ambito lavorativo. Perché quanto viene studiato a livello concettuale deve necessariamente avere una ricaduta nel mondo pratico, altrimenti rischia di perdersi.
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Il corso prevede 5 lezioni della durata di 1h e 30.
Le lezioni sono in diretta streaming: questo significa che puoi seguirle da dove vuoi e dal device che preferisci (smartphone, computer, tablet). Durante le lezioni puoi interagire con i docenti e ricevere i loro feedback in tempo reale, come se la lezione fosse in presenza.
Nel caso non riuscissi a partecipare alla diretta (o qualora volessi rivedere le lezioni), non ti preoccupare: le lezioni saranno registrate e sempre disponibili on-demand sulla piattaforma del corso, complete di materiali aggiuntivi e approfondimenti.
A fine corso riceverai un attestato di partecipazione.
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